Continua l’avventura della primierotta Valentina Brunet, che ci ha regalato immagini nitide dei Paesi che ha percorso in bicicletta, sognando la Patagonia
di Liliana Cerqueni
Il suo viaggio ci parla di forza, determinazione, coraggio, resistenza, fiducia, curiosità, sete di conoscenza, spirito di adattamento, consapevolezza e cambiamento. Ci racconta, soprattutto, che l’incontro di culture e popoli non è impossibile, se affrontato nella giusta dimensione e approccio. Avevamo lasciato Valentina a Dubai…
Dopo gli Emirati c’è l’Oman, una nazione di cui si parla poco, lontana dai circuiti turistici più battuti. Come hai vissuto questo luogo nuovo?
L’Oman è una terra ostile, con temperature troppo calde e umide per la maggior parte dell’anno. Io ero lì a fine gennaio, quando il clima è mite e le notti sono fresche. L’Oman è caratterizzato dalla presenza di “wadis”, ovvero valli naturali dove si trova un’oasi verde e magari un corso d’acqua. Alcuni di questi wadi sono davvero spettacolari ed anche la capitale, Mascate, è un luogo da scoprire.
Ad essere onesta però, sono rimasta molto delusa sotto l’aspetto sicurezza. Avevo sentito ripetermi che l’Oman si vanta di essere uno dei Paesi più sicuri al mondo. Purtroppo ho constatato che per una donna sola non è così: ho ricevuto diverse molestie, qualcuno mi ha illuminato la tenda con la torcia in piena notte, chiedendomi di “dormire” con me; qualcun altro mi ha insistentemente affiancata in moto seguendomi.
Qualcuno mi ha invitata a casa, presentato la moglie e poi provato a “dormire” con me. Quando ho tentato di rivolgermi alla polizia per denunciare questi fatti e chiedere un posto sicuro dove campeggiare, mi hanno letteralmente riso in faccia, ripetendomi che l’Oman è un Paese sicuro. Certo, le molestie non sono diventate fisiche: nel mio caso è bastato dire “se non te ne vai immediatamente chiamo la polizia!”. Sono stata fortunata, ad altre ragazze in viaggio da quelle parti, con le quali ho parlato, non è andata così bene, purtroppo.
Quali sono state le mete successive?
Dopo l’Oman sono tornata a Dubai per poi imbarcarmi nuovamente verso l’Iran, questa volta senza compagni di viaggio. Dopo l’Iran sarà la volta di Armenia e Georgia, quindi il traghetto per attraversare il Mar Nero e l’arrivo in Europa, Bulgaria e Romania, da dove sto scrivendo in questo momento.
Quali esperienze culturali, ambientali e geografiche hai affrontato?
Sono capitata in Iran in coincidenza del loro “capodanno”, chiamato Nowruz, che coincide con il giorno di inizio della nostra primavera. E’ stato simpatico imparare le tradizioni relative a questa festività – che viene celebrata per 2 settimane – come, ad esempio, disporre su un tavolo 7 oggetti che, in Farsi (la lingua utilizzata in Iran) iniziano con la lettera “S” (tra i quali ad esempio aglio, mela, samanu (che è una crema dolce di germogli di grano).
La parte che ho preferito in Iran, è stata la regione del Kurdistan, al confine con l’Iraq, dove le tradizioni sono forti, la gente è più sorridente e vestita con abiti più colorati, dove la musica e la danza scandiscono le giornate.
Per quanto riguarda l’ambiente, ho attraversato un’infinita varietà di paesaggi, la costa affacciata sul Golfo di Oman, i rilievi montuosi e le loro valli nell’interno del Paese. Poi la costa sul golfo persiano, dove sorgono decine di impianti petrolchimici.
Il territorio è stata tutt’altro che piacevole da attraversare in bici, per la presenza costante di forte vento contrario. Ho tentato di schivare queste condizioni per quanto possibile, svegliandomi prima dell’alba alle 5, per godermi le prime ore del mattino, quando il vento non era ancora troppo forte. Ho raggiunto poi la regione del Khuzestan, dove ci sono molte piantagioni di canne da zucchero e una storia antica, con diversi siti storici Patrimonio dell’Unesco come, ad esempio, le macine ad acqua a Shushtar, e la zigguart di Chonga Zanbil. Le montagne del Kurdistan sono meravigliose, con i loro paesaggi innevati.
Un giorno ho ricevuto notizia che moltissime città sono in difficoltà per le piogge degli ultimi giorni. Ci sono state diverse decine di morti a seguito dell’alluvione ed in particolare, uno dei paesini dove ero stata pochi giorni prima, ha subìto dei gravissimi danni, con ponti spazzati via dalla furia dell’acqua. Impressionante, avrei potuto trovarmi lì. Invece, con l’obiettivo di raggiungere Mantova entro il 17-19 Maggio per il BAM europe festival (raduno di cicloviaggiatori), ho deciso di non soffermarmi troppo a lungo nei luoghi dove ho fatto tappa.
Poi è stata la volta dell’Armenia e delle sue montagne, dove il meteo mi è stato avverso, donandomi pioggia, neve, grandine, freddo. Il confine tra Armenia e Georgia mi ha accolta con neve e fango, una strada con più pozzanghere che fondo battuto, per alcuni chilometri. Quelle tre notti in traghetto sono state rigeneranti dopo la mancanza di riposo degli ultimi tempi. Dopo di che l’arrivo in Europa, senza quasi realizzare che alla fine ho raggiunto il nostro continente.
Quali sono state le difficoltà e i momenti più critici nel tuo percorso?
In Iran, per la mia sicurezza, la prima volta ho voluto assolutamente spostarmi sempre con un compagno di viaggio. La seconda volta, tramite amicizie iraniane, ho cercato un compagno di viaggio, ed ho ricevuto diverse proposte. Ho poi deciso di armarmi di spray al peperoncino e lanciarmi in quest’avventura da sola, per non sacrificare il mio spirito di viaggiatrice, sovraccaricandolo di eccessiva organizzazione.
Ho ricevuto alcune molestie in Iran ma dopo aver denunciato questa situazione tramite un video su Instagram, ho ricevuto tantissimo supporto dagli iraniani, addirittura molti uomini hanno condiviso il mio video scusandosi per il comportamento di certe persone. Ho ricevuto persino un invito a passare una notte in una GuestHouse a Shushtar, una bellissima casa tradizionale, dove il manager mi ha invitata affinché io potessi costruire delle belle memorie del suo Paese! Nel video fondamentalmente mi scusavo con tutti gli iraniani genuinamente curiosi che avrebbero voluto fermarmi e parlarmi per strada, dichiarando che purtroppo, in seguito ad esperienze negative non mi sarei più fermata.
Ho fatto anche presente che quando una donna viaggia da sola, questi inconvenienti accadono e non solo in Iran. Gli Iraniani si sono nuovamente presi cura di me, cullandomi nel loro fortissimo e innato senso dell’ospitalità. A volte così impegnati nel mostrarmi la loro ospitalità, che il mio tempo libero per pensare alle mie cose personali è stato ridott ai minimi termini.
Come si vive il pensiero di casa e dei propri affetti dopo così tanto tempo lontana?
La tecnologia viene in aiuto per le relazioni a distanza. Whatsapp, messaggi, videochiamate. La lontananza è relativa quando si può comunicare in ogni momento. E come avverti l’imminenza del ritorno, con tutto ciò che questo comporta (riprendere rapporti e relazioni, progettare un futuro, venire a contatto con le vecchie abitudini, soddisfare le aspettative degli altri che, nel frattempo, hanno investito nella tua esperienza…)?
Come ho già accennato, l’obiettivo al momento è questo festival a Mantova. Dopo il festival prenderò una decisione su come proseguire il mio viaggio durante l’estate. Potrei dirigermi verso il Nord Europa oppure intraprendere un minuzioso viaggio in Italia, oppure esplorare la penisola iberica.
Le opzioni sono molteplici e sono curiosa anch’io di vedere dove mi porteranno le mie ruote. L’arrivo in Italia non segnerà la fine del mio viaggio. L’idea è quella di fermarmi per l’inverno e scrivere un libro in un posto tranquillo, e quindi con la stesura del libro, inizierà in qualche modo una nuova avventura.
Stai già fantasticando nuovi orizzonti e nuove mete geografiche?
Certo. Si ripartirà dal Canada, direzione Patagonia. Ma al momento sono concentrata sulla via del ritorno e non c’è niente di sicuro ed organizzato. Un passo alla volta.
Definisci con pochi aggettivi la Valentina di prima e la Valentina di oggi?
Valentina di prima: cinica, disillusa, schizzinosa. Valentina di adesso: più positiva, adattabile, aperta, pronta ad accettare le difficoltà. Il punto di incontro tra la vecchia e nuova ME è forse la testardaggine, ma ora suona meglio chiamarla determinazione!
Lasciamo ancora una volta Valentina e la sua inseparabile bicicletta, augurandole Buon Viaggio e augurandoci di poterla incontrare proprio qua, tra la sua gente, a raccontare e ricordare questa straordinaria avventura…
Segui Valentina Brunet e gli altri viaggiatori su Instagram. L’account di Valentina è invece www.instagram.com/valentinaonwheels mentre il profilo del gruppo di cicloviaggiatori e cicloviaggiatrici italiani sparsi in diversi continenti è il seguente: www.instagram.com/0039adventure