Tutto è iniziato in un bar centralissimo di Sofia. La rissa tra cui anche alcuni tifosi veneti al seguito della Nazionale azzurra e supporter della squadra di calcio bulgara del Cska. Circa 30-40 persone di nazionalità italiana si sono improvvisamente alzate dal cortile del bar in cui erano sedute trascinando con loro sedie ed altri oggetti e si sono scagliate correndo contro un gruppo di altre persone di nazionalità bulgara.
I tre italiani (tra cui un ultrà di Castelfranco Veneto e altri giovani padovani) in stato di fermo a Sofia dopo i disordini avvenuti durante l'incontro Bulgaria-Italia, sono stati rilasciati domenica sera. I tre tifosi, erano stati fermati per "vilipendio alla bandiera" bulgara. Dopo aver visionato i filmati del match, dove si vede appiccare il fuoco allo stendardo bulgaro sugli spalti dello stadio di Sofia, gli inquirenti hanno individuato i presunti responsabili e si è proceduto ai fermi.
La polizia bulgara ha reso noto che sono in stato di fermo anche quattro tifosi locali per possesso di petardi e altri oggetti non consentiti durante la partita. I tre fermati, ha spiegato il loro avvocato difensore, provengono tutti dal nord Italia: si tratta di A.P. 28 anni, indagato e solo in serata divenuto «persona informata dei fatti», e poi V. F., 21 anni, ed E. B. 27 anni, le cui posizioni erano state derubricate a quella di testimoni
A Vicenza altri arresti
Intano a Vicenza, tre tifosi dell'Ancona sono stati arrestati in seguito ad alcuni disordini avvenuti a Vicenza prima della partita con i padroni di casa. Due di loro per resistenza a pubblico ufficiale e porto di oggetti atti ad offendere in manifestazioni sportive, il terzo solo per quest'ultimo reato. In precedenza, la polizia aveva portato in questura una cinquantina di tifosi dell'Ancona per accertamenti.