NordEst

Veneto, bolli auto: 174mila posizioni ‘anomale’ per 2008

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“Nessun accanimento o persecuzione fiscale, ma il risultato di un processo di qualità nell’efficienza dell’operatività pubblica, come richiesto dai cittadini stessi: nella fase di transizione possono emergere difficoltà, distonie, anche errori dei quali mi scuso,  ma l’obiettivo è quello di giungere ad un modello operativo equo e giusto”. Lo afferma l’assessore veneto al bilancio, Roberto Ciambetti, in riferimento alla vicenda degli accertamenti della Regione sul pagamento del bollo auto nel 2008. 
 
In questi giorni gli uffici tributi della Regione hanno inviato 174.540 avvisi ad automobilisti o proprietari di autoveicoli, relativi a posizioni anomale riferite all’anno 2008. Statisticamente, il dato riguarda circa il 4,58 per cento di tutti i veicoli immatricolati in quell’anno: automobili, carrelli, pullman, camion, moto, trattori, rimorchi e via dicendo. Di questi 174.540 avvisi, 151.213 sono relativi a mezzi per i quali al sistema informatico e agli archivi non risulta il pagamento del bollo; 23.327 avvisi riguardano, invece, presunte irregolarità, relative specialmente a pagamenti effettuati in ritardo, per i quali il sistema oggi rileva la sanzione e gli interessi. 
 
“Nessuno dice che siamo davanti a 151.213 evasori totali e a 23.327 irregolari – spiega l’assessore –: gli avvisi rilevano una anomalia e conseguentemente il cittadino è invitato a chiarire o a regolarizzare la sua posizione. Sono possibili casi di errori commessi in perfetta buona fede, come l’avere invertito cifre o numeri di targa, per cui al sistema non risulta alcuna corresponsione.

Alcuni possono aver omesso il pagamento perché convinti, magari nell’acquisto di un’auto usata, che il bollo fosse già stato pagato, mentre altri possono essere stati indotti in errore da campagne promozionali in cui si facevano figurare tra gli incentivi anche il bollo auto gratuito”.  “Sottolineo che se si è sbagliato la scadenza del pagamento del bollo al momento dell’acquisto – prosegue Ciambetti – l’errore si trascina per anni: oggi viene data la possibilità di risolvere tale problema. Chi ha ricevuto l’avviso ha 60 giorni di tempo per dimostrare di essere in regola e basta esibire il tagliando di pagamento che, come ogni documento fiscale, va tenuto per cinque anni”. 
 

Per capire come si è giunti a questo scenario, bisogna riandare al trasferimento delle competenze sul bollo auto dallo Stato alle Regioni: all’epoca lo Stato trasferì archivi e dati non aggiornati, con gravi falle che la Regione ha colmato con un lavoro certosino che si sta per concludere e che nello scorso anno ha permesso di recuperare circa 45 milioni di euro per bolli auto irregolari o non pagati.  
 
Il Veneto, insieme ad altre Regioni, ha elaborato un nuovo programma gestionale informatico con il quale ha posto rimedio alle lacune del vecchio sistema dello Stato: con l’attivazione del nuovo software stanno emergendo tutte le situazioni anomale, atipiche o irregolari che in precedenza sfuggivano.
Grazie a questa innovazione, ogni cittadino può conoscere la posizione del proprio veicolo collegandosi al sito Internet della Regione alla pagina:
http://infobollo.regione.veneto.it/infobollo/home.html, inserendo numeri di targa e codice fiscale. 
“Le difficoltà che emergono in Veneto – precisa Ciambetti – risultano, ancor più ampliate, nella vicina Lombardia, che per il 2008 ha inviato ben 750 mila avvisi, di cui 143 mila relativi a bolli già pagati, dei quali, però, non riesce a risalire alla paternità. Sia chiaro: le Regioni sono obbligate ad inviare gli avvisi e accertamenti, in quanto, in caso contrario, omettendo controllo e richiesta di pagamento, potrebbero essere accusate di provocare un danno alle casse pubbliche. Indipendentemente da ciò, abbiamo un impegno di giustizia e di equità verso tutti i cittadini in regola con i pagamenti”.
 
“Per quanto riguarda le richieste di informazione da parte dei cittadini – conclude l’assessore –, solo al call center sono giunte circa 25 mila richieste nei primi quattro giorni dell’anno, senza contare quelle arrivate direttamente agli uffici competenti o agli uffici per le relazioni con il pubblico. Questa mole di contatti ha comportato sicuramente, in alcuni momenti, fastidiose attese e disfunzioni: per queste mi scuso ancora una volta e assicuro che stiamo cercando di porvi rimedio”.
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