Il sito della lingua veneta – Il Consiglio regionale invita a visitare il nuovo sito www.linguaveneta.it, realizzato in collaborazione con l’associazione culturale «Veneto Nostro» e il portale «terzoveneto.it».
Un evento culturale – Salvadori ha ringraziato Manzato per la proficua ed efficace collaborazione che i due enti, Comune e Regione, hanno avuto nella realizzazione della giornata, che si festeggera’ gia’ a partire dalla mattinata del 25 marzo nelle scuole e nelle citta’ del Veneto. ‘Si tratta di un importante momento culturale – ha affermato Manzato – che vuole esaltare con forza la tradizione e la cultura veneta, senza nessuno riferimento ad aspetti politici od ideologici’. Alla manifestazione a Palazzo Ducale parteciperanno tutte le citta’ che storicamente hanno fatto parte della Repubblica di San Marco, e le antiche Scuole Grandi Arciconfraternite di Venezia.
Iniziative comuni di valorizzazione – Inoltre i sindaci presenti firmeranno un documento congiunto nel quale saranno ricordati i valori che li accomunano e con il quale si impegneranno a promuovere iniziative per la valorizzazione delle citta’ che rappresentano, in un’ottica di collaborazione reciproca.
Durante il convegno, dopo le celebrazioni ufficiali che vedranno la presenza anche del presidente della Provincia di Venezia, Davide Zoggia, e del vescovo ausiliare di Venezia, mons. Beniamino Pizziol, saranno trattati questi temi: ‘Il 25 marzo 421: la ‘nascita’ di Venezia’; ‘Lo Stato da Terra e da Mar della Serenissima’; ‘Venezia nelle sue origini cristiane’.
La marcia del popolo veneto – “Da San Marco a San Marco” perché nel nome unisce il nome del nostro amato patrono simbolo di tanto splendore per oltre mille anni ed un luogo che a noi Veneti rimane un punto fermo della nostra vita, chi più chi meno almeno una volta è stato a Venezia in piazza San Marco e la fortuna che all’estremo occidente della nostra regione ci sia un paesino in riva al lago di Garda e quindi casualmente anche questo collegato all’acqua ci permette di creare una linea che attraversa longitudinalmente tutto il Veneto.
Una staffetta è l’esempio più evidente di sentirci tutti uniti con un legame forte che è il gonfalone di San Marco, andiamo oltre i confini angusti dei campanilismi particolaristici. Tutti i Veneti che parteciperanno saranno uniti, indipendentemente da tutto, dall’immagine del nostro patrono.
Il 25 marzo del 421 d.C. secondo la leggenda i Veneti provenienti dalla Terraferma per sfuggire alle invasioni dei Goti e degli Unni, si rifugiarono in laguna e diedero inizio alla Civiltà Veneta.
Per questa valenza altamente simbolica ed evocativa il Consiglio Regionale del Veneto ha stabilito il 25 Marzo “Festa del Popolo Veneto”. E questa staffetta ci riporta dai paesi verso la nostra Capitale, in un percorso della memoria che ci riporta alle ragioni profonde della nostra identità, del nostro sentirci Popolo.
Il programma – Mercoledì 25 marzo Verona – Piazza Erbe alle ore 19.45. Il gonfalone entrerà in C.so Portoni Corsari accompagnato da figuranti delle Pasque Veronesi e dalle Milizia Veneta. Verrà deposto ai piedi della colonna un mazzo di fiori. (Per partecipare: contattare Matteo Grigoli (cell. 347/1208097 – via Fax al 041/4165856)
Giovedì 26 marzo Vicenza – Piazza dei Signori alle ore 20.15.
Venerdì 27 marzo Padova – Piazza dei Signori ore 16.45. Saranno presenti gli sbandieratori di Montagnana offerti dall’assessorato all’identità Veneta della Provincia e un rinfresco organizzato dal Comune.
Sabato 28 marzo Mira – Piazza IX Martiri ore 17.00.
Domenica 29 marzo Venezia – Piazza San Marco ore 15.00. Chiusura manifestazione con consegna al Patriarca o al vicario dei vari doni raccolti durante il percorso dalle varie amministrazioni locali. Saranno presenti la Milizia Veneta. Altre iniziative sono in fase di programmazione
La storia di Venezia – La laguna veneta si forma nel 800 a.C. circa da un precedente ambiente fluvio-palustre e si suppone che qui vi fossero insediamenti umani sin dall’epoca preistorica vista la ricchezza di risorse che favorivano caccia e pesca. In età pre-romana, vale a dire nel periodo paleoveneto, la civiltà era ben radicata nella zona con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse. Snodo di intensi traffici commerciali che collegavano l’Adriatico con il centro e nord Europa, in questo periodo vengono a svilupparsi alcuni insediamenti, tra i quali spicca, ormai con una fisionomia protourbana, il centro di Altino.
La venuta dei Romani non fa che rafforzare questa situazione. Il sistema dei porti viene potenziato (a questo periodo risale Chioggia), mentre l’entroterra viene bonificato e centuriato, cosa peraltro ancora visibile nell’attuale disposizione di strade e fossi. La laguna divenne forse luogo di villeggiatura per la nobiltà, come testimoniano alcuni ritrovamenti.
Secondo il Chronicon Altinate (XI secolo), il primo insediamento a Venezia sulla Riva Alta (Rialto) risale al 25 marzo del 421 con la consacrazione della chiesa di San Giacometo sulle rive dell’attuale Canal Grande. Gli abitanti della terraferma vi cercarono rifugio a seguito delle varie ondate di invasioni barbariche che si succedettero dal V secolo, in particolare quella degli Unni (452) e dei Longobardi (568)[23]. Tuttavia Venezia si presentava allora come un insieme di piccoli insediamenti ancora molto eterogeneo, mentre maggiore importanza assumono alcuni centri limitrofi come Torcello, Ammiana, Metamauco. Parallelamente, si vengono a trasferire in laguna le maggiori istituzioni religiose, come il Patriarca di Aquileia a Grado e il vescovo di Altino a Torcello.
Riuniti assieme con tutta l’Italia all’impero con la prammatica sanzione di Giustiniano del 554, il Triveneto è nuovamente travolto dalla calata dei Longobardi del 568. I bizantini perdono gran parte della zona, mantenendo solamente la fascia costiera. È da questo momento che il termine Venetia, un tempo riferito a tutto il Veneto, viene ad indicare solo la zona delle lagune.
Eretta nel 697 la Venezia a ducato dipendente dall’Esarcato di Ravenna, con capitale prima ad Eracliana, quindi Metamauco, a seguito della tentata invasione franca di Pipino (Carlomanno), nell’821 la più sicura Rialto diviene capitale del Ducato di Venezia, assumendo nel tempo il nome stesso del territorio e dello stato e diventando definitivamente Venezia.
La vicinanza con l’Impero franco, il rapporto privilegiato con l’oriente Bizantino e contemporaneamente la distanza da Costantinopoli ne fece uno dei principali porti di scambio tra l’Occidente e l’Oriente, permettendo lo sviluppo di una classe mercantile dinamica ed intraprendente che nel corso di quattro secoli circa trasforma la città da remoto insediamento e avanposto imperiale a potenza padrona dei mari, ormai totalmente indipendente.
È annoverata fra le Repubbliche marinare, insieme a Genova, Pisa e Amalfi; a ricordo di ciò il leone di San Marco, emblema della Serenissima, appare nelle insegne marine della bandiera italiana.
Il capo del governo era il Doge (dal latino dux), il quale vide, col passare del tempo, il suo potere sempre più vincolato da nuovi organi istituzionali. Molti Dogi, soprattutto prima dell’anno mille, si videro costretti a prendere i voti perché i cittadini li reputavano troppo bramosi di potere: alcuni vennero anche uccisi o abbacinati. All’apice della sua potenza, nel XIII secolo, Venezia dominava gran parte delle coste dell’Adriatico, regioni quali la Dalmazia, l’Istria, molte delle isole dell’Egeo, Creta, Cipro, Corfù, ed era la principale potenza militare e tra le principali forze mercantili nel Medio oriente. Nel XV secolo il territorio della Repubblica si estendeva da Brescia all’Istria, e da parte dell’attuale provincia di Belluno, al polesine veneto. Ma la decadenza cominciò a farsi sentire già nel XV secolo: eventi storici come l’accrescersi della potenza Ottomana e lo spostamento dei commerci verso le Americhe, colpirono duramente la vocazione marittima della città che finì per volgere i suoi interessi economici verso l’entroterra.
Nel XVIII secolo Venezia fu tra le città più raffinate d’Europa, con una forte influenza sull’arte, l’architettura e la letteratura del tempo, ma questo non era che un segno del suo inesorabile tramonto. Dopo oltre 1000 anni d’indipendenza, il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin e il Maggior Consiglio vennero costretti da Napoleone ad abdicare, per proclamare il "Governo Provvisorio della Municipalità di Venezia".
Con il Trattato di Campoformio tra Francesi ed Austriaci, il 17 ottobre 1797 la "Municipalità di Venezia" cessò di esistere e furono ceduti all’Austria il Veneto, l’Istria, la Dalmazia e le Bocche di Cattaro, che andarono a formare la "Provincia veneta" dell’Impero Austro-Ungarico. Tornata ai Francesi, fu di nuovo Austriaca sino all’Unità d’Italia. Nel 1848 la città partecipò attivamente ai moti rivoluzionari e sotto l’iniziativa di Daniele Manin fu, sebbene per poco, indipendente con l’istituzione della Repubblica di San Marco. Nel 1866 entrò a far parte del Regno d’Italia e l’annessione fu sancita dal plebiscito del 21 ottobre del 1866, che vide vincere il sì con il 99, 9% dei voti favorevoli dell’elettorato attivo.
Divenuta comune del Regno d’Italia, soprattutto con i decreti degli anni venti la città vide accrescere notevolmente il suo territorio, grazie alla soppressione dei comuni di Malamocco (1883), Burano, Murano, Pellestrina (1923), Chirignago, Zelarino, Mestre e Favaro Veneto (1926).