E ai giornalisti che lo incalzavano per sapere se questo primo 'si'' all'insegna del dialogo e del confronto possa leggersi anche come preludio per l'approvazione di altre riforme in modo condiviso, a cominciare dalla giustizia, Bossi ha risposto: ''Speriamo di si'. Sono convinto che il tempo che si perde poi si guadagna. Anche questa legge che era difficile e complicata e' arrivata in Aula in tempi ragionevoli''.
Il voto nel dettaglio
Con 156 voti a favore, 6 contrari e 108 astenuti l'Assemblea del Senato ha approvato in prima lettura il ddl di delega al governo sul federalismo fiscale. A favore hanno votato Pdl, Lega, Mpa, si sono astenuti Pd e Idv. Solo l'Udc si e' espressa contro.
Il testo ora passa alla Camera. Soddisfatto il premier Silvio Berlusconi, secondo cui la pressione fiscale "non dovra' aumentare, anzi diminuira'". Ora, ha aggiunto, "i cittadini sapranno con certezza a chi imputare i disservizi e potranno punire gli incapaci". Grande entusiasmo dei senatori della Lega: "E' una forte emozione. Crediamo che da oggi iniziera' la vera strada del cambiamento", hanno commentato. Prima del voto, il presidente del Senato Renato Schifani ha ringraziato l'aula di palazzo Madama "per il clima di grande collaborazione".
L'Aula ha tributato un applauso bipartisan sia a Schifani sia al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, cui ha reso omaggio la presidente del gruppo del Pd Anna Finocchiaro. La decisione dei senatori democratici di astenersi e' arrivata dopo una riunione del gruppo presieduta dal segretario del partito Walter Veltroni. La scelta, ha spiegato Veltroni, vuole dimostrare il senso di responsabilita' del Pd, ma l'atteggiamento potrebbe cambiare se non si avrenno certezze sulla copertura finanziaria. Diversa la posizione dell'Udc: "Non votiamo al buio un manifesto del federalismo pasticciato", ha spiegato Pier Ferdinando Casini.