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Violenza sulle donne: “Progetto di educazione sentimentale nelle scuole venete”

L’assessore alla scuola si interroga dopo l’ennesima donna ammazzata a Nordest

Venezia – “Oltre al dolore e all’indignazione, a me spetta l’onere della domanda: che cosa posso fare, nel mio ruolo di assessore all’istruzione della Regione? Credo si debba iniziare a parlare, con serietà e concretezza, dell’emergenza educativa legata agli omicidi di donne. Credo anche che le sole leggi di contrasto non siano sufficienti, ma prima di tutto sia necessario intervenire con un progetto di educazione sentimentale, a partire dalle scuole”. Così l’assessore alla scuola della Regione Veneto si interroga dopo l’ennesima donna ammazzata a Nordest e le decine di casi che si registrano in Italia.

“Negli anni – prosegue la responsabile delle politiche per l’istruzione e la formazione in Veneto – abbiamo evitato di parlare di questa emergenza educativa, salvo raccontare con le statistiche lo stillicidio di violenze e uccisioni. E quando si è parlato di educare bambini e ragazzi nelle scuole alle relazioni interpersonali si è puntato prevalentemente all’educazione sessuale. Il percorso educativo dovrebbe invece puntare all’educazione all’affettività per entrambi i generi, ad un amore rispettoso e dolce, che pare invece essere stato sostituito da possesso e ossessività”.

“Chiederò ai maggiori esperti tra educatori, pedagogisti, teologi e psicologi – promette l’assessore- di aiutarmi in questa sfida culturale per la scuola veneta. Ha ragione la presidente della Federazione italiana degli psicologi Vera Slepoj ad evidenziare che la politica non può tacere e nè limitarsi a mere condanne formali o a emanare norme che rischiano di rimanere proclami nominali: l’educazione sentimentale deve entrare nelle scuole e diventare materia di apprendimento”.

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