Sono 19 in casi di febbre da West Nile registrati in Veneto, cui si aggiunge il decesso di un anziano di 79 anni, residente in provincia di Verona, colpito dalla forma neuroinvasiva del virus
NordEst – Lo rende noto, sulla base del Bollettino sulla sorveglianza delle arbovirosi, l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto. “Sono addolorato per la morte di questa persona e rivolgo le condoglianze ai famigliari – aggiunge Coletto – ma corre l’obbligo di ricordare, per non accendere timori ingiustificati, che gli esperti indicano che un evento così grave si verifica nello 0,1% dei casi di infezione”. Un’altra vittima a causa del virus West Nile si è registratata nei giorni a scorsi a Ferrara.
Per l’Assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, “la rete di monitoraggio, i controlli, e gli interventi in caso di necessità sono tutti attivati e, per quanto riguarda le competenze dirette della Regione, è attivo il Piano Regionale di Sorveglianza, i Dipartimenti di Prevenzione sul territorio collaborano con i Comuni, nei Pronto Soccorso e nei reparti ospedalieri l’eventualità che determinati sintomi possano essere ricondotti alla West Nile è attentamente considerata e, al minimo dubbio, si fanno gli esami e si erogano le cure necessarie”. La Regione Veneto dedica stanziamenti specifici, che in totale sono finora stati pari a 1,5 milioni di euro.
“Da parte loro – prosegue Coletto – i cittadini possono svolgere un ruolo importante per evitare la proliferazione delle zanzare attraverso l’adozione di semplici comportamenti come non abbandonare oggetti e contenitori di qualsiasi natura e dimensioni dove possa raccogliersi l’acqua piovana, come barattoli, bidoni, bacinelle, annaffiatoi copertoni; svuotare giornalmente qualsiasi contenitore di uso comune con presenza di acqua e, ove possibile, capovolgerli; coprire ermeticamente i contenitori d’acqua inamovibili come bidoni o cisterne”.
Sui repellenti è disponibile una guida “Scelta e corretto utilizzo dei repellenti cutanei per zanzare” sul sito internet della Regione.
Il virus del Nilo occidentale (noto anche con la denominazione inglese West Nile Virus, WNV) – Di questo genere fanno parte anche il virus della febbre gialla, il virus dell’encefalite di Saint-Louis, il virus dell’encefalite di Murray Valley e il virus dell’encefalite giapponese. Il suo nome viene dal distretto di West Nile in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta nel 1937 in una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta. In seguito è stato trovato negli uomini, negli uccelli e nei moscerini in Egitto negli anni cinquanta, diffondendosi infine anche in altri Paesi. La malattia ha un andamento endemico-epidemico ed inizialmente risultava diffusa soprattutto in Africa (specie in Egitto), Medio Oriente, India. La modalità principale di trasmissione del virus del Nilo occidentale è rappresentata da diverse specie di zanzare, che sono il primo vettore. Tra queste, in particolare, riveste un ruolo primario il genere Culex. Ovviamente tutti i fattori che favoriscono la proliferazione delle zanzare, come ad esempio le piogge abbondanti, le irrigazioni dei terreni agricoli o condizioni climatiche con temperature alte, determinano un importante aumento del numero dei casi di contagio. Gli uccelli, siano essi stanziali, migratori o domestici, giocano un ruolo cruciale nella disseminazione del virus essendo l’animale più comunemente infettato e rappresentando il primo serbatoio. Tra gli uccelli sono soprattutto i passeriformi, il più grande ordine di uccelli, a rappresentare il serbatoio naturale del virus. Gli uccelli migratori permettono invece lo spostamento del virus dall’Africa, prima zona endemica, verso altre zone temperate. Le zanzare, in particolare del genere Culex, pungendo gli uccelli migratori asportano sangue infetto, infettano sé stesse e quindi ogni altro animale, uomo compreso, di cui assumono il sangue successivamente. Il virus WNV è stato trovato in varie specie di zecche, ma la ricerca attuale suggerisce che questi animali non sono importanti vettori del virus.