I dati si riferiscono al periodo gennaio – agosto 2022. Particolarmente colpita la zona del Vanoi con 5 casi di varie età, a Canal San Bovo, ma molti di più sono stati i pazienti curati a casa con sintomi lievi. Ecco alcune regole da seguire per evitare conseguenze
NordEst – Le zecche hanno colpito duramente in questi ultimi mesi estivi nel Trentino orientale e nel vicino Bellunese. Ma da zona a zona, le condizioni ambientali e climatiche hanno influenzato diversamente la diffusione.
I dati Ulss Dolomiti
Sono 22 i casi di Tbe da zecca (encefalite o Tick-Borne Encephalitis), la malattia virale acuta, che colpisce il sistema nervoso centrale, registrati dall’Ulss Dolomiti durante l’estate 2022, in particolare nei mesi più caldi.
Tra quelli segnalati nel bollettino “Sorveglianza Arbovirosi” della Regione Veneto, con riferimento al periodo tra il 1/1/2022 e il 31/08/2022 – spiega la Direzione Ulss – ben 6 sono a carico di pazienti provenienti dal Trentino. In particolare, 5 sono residenti a Canal San Bovo e 1 nel Comune di Primiero San Martino di Castrozza, territori convenzionati con l’Ospedale di Feltre (Belluno), dove sono stati ricoverati i soggetti interessati, anche in condizioni molto serie. L’Apss del Trentino fino a giugno 2022 segnalava invece oltre dieci casi di Tbe nella sola provincia di Trento.
Molti di più invece, sono stati i pazienti che in questi mesi non hanno richiesto cure in ospedale, ma che hanno seguito esclusivamente un trattamento sanitario a domicilio. I dati rendono l’idea di quanto le zecche abbiano messo a dura prova l’estate, per molti escursionisti. Basta comunque seguire alcune regole molto semplici per evitare conseguenze ben più gravi.
L’attività delle zecche
E’ strettamente legata ai valori di temperatura e umidità e, sebbene ci siano alcune eccezioni, in generale la loro attività si concentra nei mesi caldi. Infatti, durante la stagione invernale tendono a proteggersi dal freddo rifugiandosi sotto le pietre o interrandosi in profondità. Le zecche molli possono svernare nelle fessure delle rocce o nelle crepe dei muri di pollai e ricoveri per animali. Con l’aumento delle temperature le zecche tornano ad essere attive e lo rimangono fino all’autunno successivo. Tuttavia i cambiamenti climatici in atto possono far variare il periodo di attività delle zecche secondo le situazioni locali.
L’habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalla specie. La zecca dei boschi prospera in presenza di clima fresco e umido mentre la zecca del cane frequenta maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio. Per questo, luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti.
Una zona ricca di laghi, e dunque umida, a quote basse, sotto i 1500 metri, costituisce un ambiente ideale per le zecche che sopravvivono meglio in aree lontane dall’esposizione diretta al sole. Gli animali domestici sono il veicolo “essenziale”, ma anche gli animali selvatici, specie i roditori stanziati proprio lungo i laghi, sono portatori di questi acari.
Attenzione alle punture
Quella che gergalmente è definita puntura è, in realtà, un morso di zecca. Spesso, i due termini – puntura di zecca e morso di zecca – sono usati come sinonimi, in modo interscambiabile. Le punture non sono dolorose e non si sentono, ma possono purtroppo avere conseguenze gravi, se il parassita è infetto. Le principali malattie trasmesse dalle zecche sono la malattia di Lyme e la Tbe (o encefalite da zecca).
Il vaccino
Per la Tbe esiste il vaccino, offerto gratuitamente ai residenti in Trentino. Il vaccino contro la Tbe può essere fatto da adulti e bambini a partire dal primo anno di età. Il ciclo vaccinale è di tre dosi, la seconda va effettuata 1-3 mesi dopo la prima mentre la terza va essere fatta 5-12 mesi dalla seconda.
La vaccinazione può essere prenotata senza ricetta sul CUP online (https://cup.apss.tn.it). L’indicazione è di iniziare il ciclo vaccinale preferibilmente nella stagione autunnale/invernale in modo da essere adeguatamente coperti per la stagione estiva. Per altre informazioni Cup Apss del Trentino.
Le regole da seguire
Per evitare le punture di zecca in occasione di escursioni e camminate nei boschi:
- camminare sui sentieri ed evitare il più possibile il contatto diretto con le piante o con l’erba
- vestirsi con abiti coprenti (manica lunga e pantaloni lunghi) e di colori chiari, mettere scarpe chiuse e cappello
- utilizzare repellenti a base di DEET sulla pelle scoperta.
Dopo ogni escursione verificare che non ci siano zecche sulla pelle, controllando tutto il corpo e non solo le zone scoperte. Un’eventuale zecca va tolta il prima possibile, ma non è necessario andare al pronto soccorso, basta avere una pinzetta (ne esistono di apposite):
- non applicare sostanze irritanti sul parassita
- non toccare la zecca direttamente con le mani
- con la pinzetta afferrare la zecca vicino alla pelle, senza schiacciarla; tirare delicatamente, senza strappi, fino al distacco
- disinfettare la piccola ferita (con disinfettanti non coloranti) o lavare con acqua e sapone
- rendere inoffensiva la zecca estratta (bruciarla o incollarla su nastro adesivo).
Dopo aver tolto la zecca non serve prendere antibiotici o chiedere esami del sangue al proprio medico:
- per il mese successivo controllare ogni giorno la pelle dove è stata trovata la zecca
- se compaiono macchie rosse che si allargano sulla pelle e/o febbre, dolori articolari o altri disturbi, rivolgersi al proprio medico.
Malattie trasmesse dalle zecche
La malattia di Lyme è la più comune malattia trasmessa da zecche diagnosticata in Trentino: l’agente patogeno Borrelia burgdorferi si stima sia presente nel 16% delle zecche. Dal 2000 al 2020 i casi noti di malattia di Lyme sono stati 372, con una media di 17 casi/anno; negli ultimi cinque anni, la media annuale è salita a 41 casi. Nel 2020 sono stati registrati 45 casi.
I casi di Tbe (encefalite virale da zecca) dal 2000 al 2020 sono stati invece 204, con una media annuale di 9,7. Negli ultimi cinque anni la media annuale dei casi è raddoppiata: 23,2 casi. Nel 2020 sono stati registrati 32 casi. Tutto il Trentino può considerarsi a rischio, tuttavia, negli ultimi anni, i casi sembrano concentrarsi in alcune aree come la Valle di Non, la Val di Cembra e la Valle dei Laghi.
La Tbe è una malattia inizialmente simile all’influenza che può guarire senza problemi anche se, talvolta, può evolvere in una forma più grave come la meningite o l’encefalite. In alcuni casi può lasciare danni permanenti al sistema nervoso. I casi di Tbe propriamente detti, cioè con sintomatologia neurologica, rappresentano in genere il 25% delle infezioni che, in gran parte, sono asintomatiche o causano una forma detta «cefalea febbrile», senza progressione della sintomatologia al sistema nervoso.